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Privatsphäre

Vom CCC verfasste Artikel und Veröffentlichungen zum Thema Datenschutz.

L'Inps ha (di nuovo) violato la privacy di milioni di italiani

In queste ore si chiedono a gran voce nomi e dimissioni di tutti e cinque parlamentari che hanno chiesto il bonus Inps da 600 euro. Nonostante questa scelta possa essere Considerata inopportuna: „L'Inps e il suo presidente questa volta hanno superato ogni limite della legalità, violando la privacy di milioni di italiani“. Suche nach der Meinung von Luca Bertoletti, verantwortlich für das Europeo del Consumer Choice Center.

Inps und Datenschutz. Stavolta qualcosa proprio non va. In queste ore si chiedono a gran voce nomi e dimissioni di tutti e cinque parlamentarisch che hanno chiesto il Bonus-Inps da 600 euro. Nonostante questa scelta possa essere Considerata inopportuna, e sicuramente è l'ennesima prova di una classe politica inadeguata:

l'Inps e il suo Presidente Pasquale Tridico questa volta hanno superato ogni limite della legalità, violando la privacy di milioni di italiani“.

Questa ist die Meinung von Luca Bertoletti, Verantwortlicher Europeo del Verbraucherwahlzentrum, associazione internazionale di consumatori attiva soprattutto tra Stati Uniti e Canada, ma anche nell'America Latina e in Europa.

Trovando i nomi dei 5 politici, l'Inps ha violato anche la nostra privacy 

Non c'è stata nessuna violazione della legge e, seppur in modo quantomeno inopportuno, i tre parlamentari hanno ottenuto i solidi superando regolarmente tutti i controlli dell'Inps.

„Ma quindi -continua Bertoletti- adesso la domanda è: komm mai l'Inps li ha segnalati? E soprattutto con quale potere l'Inps ha controllato il lavoro che questi individui fanno, violandone così la privatsphäre?“.

„Dimissioni del Presidente dell'Inps e indagine interna su come e chi ha violato la privacy dei cittadini“

Secondo il Consumer Choice Center, attivo anche sull'Asia e che si occupa prevalentemente di privacy, ma anche di nuove tecnologie (insbesondere dello sviluppo sul 5G), per come stanno le cose diventa necessaria non solo un'indagine interna all'Inps, su come e chi ha controllato la vita privata di cittadini, scoprendo il lavoro che fanno, e facendolo trapelare ai media, ma anche le sofort dimissioni del Presidente dell'Inps Pasquale Tridico:

Tutela della privacy, cosa avrebbe dovuto far l'Inps

„Da Legge Governativa l'Inps avrebbe dovuto semplicemente verificare i codici Ateco per ciascuna partita Iva. E basta“. E invece… „Per carità, in realtà l'Inps è stato bravissimo a recuperare l'identità dei parlamentari. Ma la legge non prevedeva in alcun modo di risalire a nomi e cognomi di ciascun codice Ateco”.

E allora la domanda è: con quali mezzi è riuscita a scoprire l'identità dei titolari della partita Iva, con buona pace della privatsphäre, attraverso l'incrocio dei dati delle occupazioni vere dei titolari?

„Per farlo è evidente che è stato fatto un check a tappeto esteso su tutti i codici Ateco. Non essendoci tetti o paletti nella richiesta del bonus –poteva chiederlo chiunque avesse una partita iva attiva NdR– questi controlli non erano necessari“. 

Inps, che velocità nel risalire ai nomi ea consegnarli alla stampa!

L'altro aspetto della vicenda riguarda la velocità con cui i nomi sono stati consegnati alla stampa: „Con veline tipiche della prima repubblica, come se fosse stata una conferenza stampa -continua Bertoletti di Consumer Choice Center-. Se si Considera il fatto che per ricevere la cassa integrazione e gli stessi bonus molti italiani, in questo caso gente che di sole di ne aveva bisogno per davvero, ha douto fare una trafila infinita e addirittura c'è chi ancora non ha ricevuto niente, altre che si sono ritrovati cognomi diversi o dati che appartenevano ad altre persone”.

Insomma, un organo kommen l'Inps, è così che la pensa Bertoletti, avrebbe dovuto fare una cosa sola. Abbinare il bonus al codice Ateco. E invece ha indagato nella Privatsphäre di ciascun codice e ciascuna partita Iva. Risalendo all'identità di ciascun codice e risalendo al titolare di ciascuna partita Iva, arrivando a scoprire in nomi dei parlamentari e dei politici, necessariamente andando ad abbinare un nome, un cognome e un volto di tutti i professionalisti autonomi che avevano fatto richiesta. Un gran lavoro. Ma che la legge nicht prevedeva. Un lavoro inopportuno. 

Tra un mese il referendum: sarà un caso?

Il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico lo ha già detto e ribadito più volte in questi giorni: „Nessun collegamento tra il referendum di settembre e la comunicazione dei 5 parlamentari che hanno chiesto il bonus. Non è un caso montato. Chi proverà ad accusarci ancora sarà querelato“.

Antwort von Luca Bertoletti vom Consumer Choice Center:

„Bah, allora sicuramente è una chancenza così evitiamo di essere querelati. Ma è una chancenza che avviene il giorno dopo che la consulta ha detto sì all'Election Day, accorpando Elezioni Regionali e Referendum. E il giorno stesso in cui alcuni sondaggi davano in vantaggio il No dei cittadini al taglio dei parlamentari. Ma sicuramente ist ein Zufall“.

Il ruolo dell'organo Inps sull'antifrode, anticorruzione e trasparenza

Altro paradosso: a scoprire i nomi dei parlamentari è stato l'organo dell'Inps sull'antifrode, anticorruzione e che tutela la trasparenza. Ma in questo caso non c'è frode né corruzione. I politici avevano tutto il diritto di chiedere il bonus. E neanche di mancanza di trasparenza si può parlare perché la trasparenza non era necessaria. Bastava il codice. E la partita iva aperta:

Zusatz Bertoletti: „La narrativa mainstream è totalmente contro i cinque deputati ei vari migliaia di politici locali e regionali che piano piano si stanno autodenunciando. Ora, abbiamo scoperto che l'ufficio antifrode che controlla dati sensibili li ha rilasciati al pubblico. Ma la domanda è: non avrebbe dovuto invece semplicemente controllare che le partite iva fossero attive? E' quei che sta una basilare violazione della privacy dei cittadinich. Inps può fare tutti i controlli che vuole ma non è che se le mie idee sono contrarie a un conportamento Considerato etico dalla maggior parte delle persone allora è autorizzata a dare il mio nome in pasto alla stampa”. 

La questione della privacy: così il Garante ha sbugiardato l'Inps

Il passaggio successivo allo scoperchiamento del vaso di pandora, e cioè la notizia della richiesta del bonus da parte di parlamentari e gouvernatori regionali, con l'Inps che si è difesa dicendo: „Non diamo i nomi perché dobbiamo tutelare la Privatsphäre” è quello relativo al Garantie. Che di fatto hat smentitocatecamente l'Inps.

Essendo personaggi pubblici, e siccome si parla di selli pubblici, la loro identità, per come si sono messe le cose, si possono e si devono rivelare. Intanto però ha anche aperto un'istruttoria per capire con quali metodi si è risaliti alla scoperta dell'esistenza di una „classe“ politica così che ha fatto richiesta del bonus: „Un altro, l'ennesimo paradosso di questa storia: da una parte il Garante ha le mani legate. Perché in questo caso la privacy non vale più. Il problema sta alla radice, con la domanda da cui abbiamo iniziato la nostra Riflessione, e cioe: come ha fatto l'Inps ha scoprire la loro identità?“.

Datenschutzverletzung: una delle pagine più tristi dell'Inps

Per Consumer Choice Center, si tratta di una delle pagine più tristi dell'Inps e che funge da perfetta fotografia di una macchina statale talmente contorta su se stessa che non è più neanche in grado di capire se quello che fa è lecito oppure no.

„Si parlava di organo che tutela e garantisce la trasparenza. Ma in questo caso chi si è macchiato di mancanza di trasparenza è proprio l'Inps, nicht ich politici“.

Politici che, questa è la sensazione, riusciranno a farla franca anche questa volta. Probabilmente saranno cacciati dai loro partiti, questa è una delle Minacce del Leader della Lega Matteo Salvini. Ma in qualche modo riusciranno a mantenere il loro posto im Parlamento. „Non dimentichiamoci che questo caos sarebbe venuto ugualmente fuori a dicembre -conclude Bertoletti- quando i deputati sono obbligati a pubblicare i loro guadagni e il loro 730, dove ovviamente i 600 euro dell'Inps sarebbero stati necessariamente segnalati. 

Ursprünglich veröffentlicht hier.


Das Consumer Choice Center ist die Interessenvertretung der Verbraucher, die die Freiheit des Lebensstils, Innovation, Datenschutz, Wissenschaft und Wahlmöglichkeiten der Verbraucher unterstützt. Unsere Schwerpunkte liegen in den Bereichen Digital, Mobilität, Lifestyle & Konsumgüter sowie Gesundheit & Wissenschaft.

Der CCC vertritt Verbraucher in über 100 Ländern auf der ganzen Welt. Wir beobachten regulatorische Trends in Ottawa, Washington, Brüssel, Genf und anderen Hotspots der Regulierung genau und informieren und aktivieren die Verbraucher, um für #ConsumerChoice zu kämpfen. Erfahren Sie mehr unter verbraucherwahlzentrum.org

Après le coronavirus, faisons des améliorations à notre cadre législatif

Après des semaines de changements à notre façon de consommer, nous voyons qu'il ya des améliorations importantes à faire, en ce quiconcern nos chaînes d'approvisionnement et les moyens disponibles pour se procurer des produits et services. Profitons de cette phase de lucidité pour faire des changements appropriés.

Plusieurs semaines de confinement nous montrent que tout ne s'est pas
déplacé sur internet et qu'une présence physique est difficilement remplaçable avec une connexion internet. Tout de meme, nous voyons aussi qu'il ya raison de se réjouir du fait que cette pandémie nous tombe dessus en 2020 et pas il ya vingt ans. Nous avons la possibilité de rechercher et commander des produits et services, presque sans
aucune nécessité de se déplacer.

Les outils de travail à distance tels que Zoom, Asana oder les outils de Google ont dejà révolutionné le monde du travail. La plupart des réunions peuvent
être converties en appel vidéo. Dans des pays comme le Royaume-Uni, les consommateurs peuvent dire que grâce à des services de livraison de produits alimentaires tels que Amazon Fresh et Ocado, nous pouvons constituer une bonne quantité de réserves de conserves, de produits secs et de produits pour la salle de bains, sans meme avoir à nous battre pour les
derniers produits dans Certains supermarchés presque vides.

Au Luxembourg, où ces services n'existent pas, la question se pose si notre cadre réglementaire n'est pas à l'origine de ce défaut. L'absence de services comme Uber, ou les trottinettes électriques comme Bird, nous indique qu'une législation fautive est à l'origine de cette défaillance. Tant que des villes comme Bruxelles ou Paris bénéficie de l'économie de partage, les restaurateurs et la clientèle luxembourgeoises doivent se contenter de sites web incomplets de restaurants, et l'HORESCA qui organisieren un service de livraison à 10 euros par commande (pour ceux qui n'ont pas de service intégré de livraison).

Il s'avère que les applications decentralisées sont mieux preparées pour faire face à des crises et la demande des clients. Un grand changement dans l'approvisionnement de produits et services est celui des médicaments et des services médicaux. Pendant la pandémie, nous voyons l'arrivée des télé-consultations, dont on espère qu'elles ne resteront pas une innovation temporaire. Afin de récupérer leurs ordonnances, les patienten ont dû se déplacer en apotheken — eine Verpflichtung überflüssig.

Huit pays dans l'Union européenne donnent le droit à leurs citoyens de commander des médicaments sur ordonnance en ligne : le Royaume-Uni, l'Allemagne, la Suisse, les Pays-Bas, le Danemark, la Suède, la Finlande et l' Estland. Au Luxembourg, le gouvernement nous informe que „Seuls les médicaments sans ordonnance peuvent être vendus sur internet. Il n'est pas prévu d'autoriser la vente à distance de médicaments sur ordonnance.“ Espérons que la crise actuelle donnera la motivation nécessaire aux parlementaires de s'interesser à une légalisation de ces services.

Au niveau de l'Agence européenne des médicaments (EMA), nous aurions besoin d'un audit pour comprendre pourquoi un fast-tracking des procé-
dures d'approbation n'a pas encore été möglich. Dans une situation d'urgence comme celle du coronavirus, il nous faut des recherches efficaces, et une bureau- cratie qui autorise au plus vite les médicaments nécessaires. L'Agence luxembourgeoise des médicaments et des produits de santé (ALMPS) devra fonctionner d'après les memes principes : mettre la priorité pour maximiser le nombre de nouveaux médicaments sûrs, en réduisant les administratifs. En même temps, le Luxembourg doit aussi autoriser et ermutigender le „droit à l'essai“ médical. La loi sur le droit d'essayer oder loi Trickett Wendler, Frank Mongiello, Jordan McLinn und Matthew Bellina, veröffentlicht am 30. Mai 2018 in den Vereinigten Staaten. Cette loi est un autre moyen pour les patients chez qui on a diagnostiqué des maladies mortelles, qui ont essayé toutes les options de traitement approuvées et qui ne peuvent pas participer à un essai clinique, d'accéder à Certains traitements non approuvés. Les essais cliniques permettent de savoir si un produit est sûr à l'emploi et peut traiter ou prevenir efficacement une maladie. Les personnes peuvent avoir de nom-
breuses raisons de participer à des essais cliniques.

En plus de contribuer aux connaissances médicales, Certaines personnes participent à des essais cliniques parce qu'il n'existe aucun traitement pour leur maladie, que les traitements qu'elles ont essayés n'ont pas fonctionné ou qu'elles ne sont pas en mesure de tolerer les traitements actuels.

Au-delà, il faut aussi plus de cybersécurité chez les Luxembourgeois et les entreprises contre les cyberattaques qui se propagent lors de cette pandémie. La sécurité du réseau doit être garantie pour garder l'at-
tractivité de la place financière – pour ce faire, une Exclusion de Certain Acteurs du Marché de Télécommunication, dont la Chine, ne doit pas être exclue. Et qui dit vie privé, doit aussi garantir une révision de la
Die Verfassung hat evidence les idees reçues de cette crise, afin de prevenir encore plus les abus de pouvoir dans des urgences futures.


Das Consumer Choice Center ist die Interessenvertretung der Verbraucher, die die Freiheit des Lebensstils, Innovation, Datenschutz, Wissenschaft und Wahlmöglichkeiten der Verbraucher unterstützt. Unsere Schwerpunkte liegen in den Bereichen Digital, Mobilität, Lifestyle & Konsumgüter sowie Gesundheit & Wissenschaft.

Der CCC vertritt Verbraucher in über 100 Ländern auf der ganzen Welt. Wir beobachten regulatorische Trends in Ottawa, Washington, Brüssel, Genf und anderen Hotspots der Regulierung genau und informieren und aktivieren die Verbraucher, um für #ConsumerChoice zu kämpfen. Erfahren Sie mehr unter verbraucherwahlzentrum.org

Die Privatsphäre der Verbraucher muss Vorrang haben

Fast täglich hören wir von größeren Fällen von Identitätsdiebstahl, Finanzkriminalität und anderen Formen von Angriffen oder böswilligen Eingriffen im Internet. Verstöße werden alltäglich und laxe Standards machen Verbrauchern Sorgen darüber, wie ihre Informationen geschützt werden.

Die kolossalen Verstöße bei British Airways, Marriott und Starwood im Jahr 2018 gefährdeten die privaten Daten von Hunderten Millionen Kunden, und seitdem sind Dutzende weitere Fälle aufgetaucht.

Solche Vorfälle sind ein Beweis dafür, dass die Verbraucherdatensicherheit und auch die Privatsphäre der Verbraucher nicht ernst genommen werden. Die Einführung von Lösungen für das Internet der Dinge und die mit Spannung erwartete Einführung sehr schneller 5G-Netze werden die Privatsphäre der Verbraucher in den nächsten Jahren noch anfälliger machen.

Die Anordnung von Präsident Trump, Unternehmen daran zu hindern, Hardware und Software von Telekommunikationsunternehmen zu kaufen, die als nationales Sicherheitsrisiko gelten, ist zumindest ein guter Schritt zum Schutz der Privatsphäre, aber es ist traurig zu sehen, dass es so weit kommen musste.

Trump wird wahrscheinlich von Äußerungen des FCC-Vorsitzenden Ajit Pai beeinflusst, der davor gewarnt hat, Anbieter von Telekommunikationsausrüstung aus China zu verwenden, sowohl aufgrund der nationalen Sicherheit als auch aufgrund von Datenschutzbedenken.

In einem Fall im letzten Herbst wurde berichtet, dass chinesische Beamte enormen Druck auf bestimmte Privatfirmen ausüben, so genannte Hintertüren in ihre Software oder Geräte einzubauen, die entweder von Regierungsbeamten allein oder mit Hilfe eines Herstellers ausgenutzt werden können. Das wirft nur weitere Fragen hinsichtlich des Einflusses der chinesischen Gemeinschaftspartei auf die chinesischen Firmen auf, die ins Ausland verkaufen.

Vor diesem Hintergrund stellt sich für den normalen Verbraucher, der sein nächstes Smartphone, Laptop oder WLAN-Router kaufen möchte, die Frage, wie er sicher sein kann, dass seine Privatsphäre geschützt ist?

Als Reaktion auf solche Bedrohungen hat Australien den chinesischen Netzwerkausrüster Huawei aus seinem 5G-Netz verbannt. Die Vereinigten Staaten haben praktisch dasselbe getan. Aber pauschale Verbote sind keine Patentlösung zum Schutz der Privatsphäre und Datensicherheit. Ein Lösungsmix ist gefragt.

Was wir brauchen, ist eine kluge politische Reaktion, die Unternehmen dazu veranlasst, der Sicherheit von Verbraucherdaten genügend Gewicht beizumessen und gleichzeitig dieses Ziel ohne unangemessene Marktverzerrungen, umfassende Verbote bestimmter Unternehmen und die Einschränkung der Wahlmöglichkeiten der Verbraucher zu erreichen.

Ein gesunder Wettbewerb zwischen privaten Unternehmen ist der beste Mechanismus für die Entdeckung der richtigen Werkzeuge und Anwendungen für neue technische Ausrüstung. Neue Vorschriften technologieneutral zu halten und somit nicht per Gesetz zu entscheiden, welche technologische Lösung die beste ist, ist ein sehr guter Rahmen für den Datenschutz der Verbraucher.

Die Regeln sollten ergebnisorientiert und so allgemein wie möglich sein, aber dennoch ausreichende Orientierung bieten. Das bedeutet, dass nicht nur die größten Unternehmen, die sich die Einhaltung leisten können, auch eine Chance haben werden.

Gleichzeitig sollte eine Art Zertifizierungssystem oder sogar ein Open-Source-Standard eingeführt werden, um das Risiko von Hintertüren oder anderen Schwachstellen zu minimieren. Eine vollkommene Sicherheit kann jedoch nicht garantiert werden. Es sollte jedoch auf dem Tisch liegen, sicherzustellen, dass Unternehmen Verschlüsselung und sichere Authentifizierungsmethoden verwenden.

Im Idealfall gäbe es auch mehr Lieferkettenhaftung für Telekommunikationsbetreiber und Infrastrukturgroßhändler. Dies würde Unternehmen dazu veranlassen, die Privatsphäre und Sicherheit der Verbraucher bei Beschaffungsentscheidungen stärker zu berücksichtigen.

Vollständige Verbote aus Sicherheitsgründen haben die gleiche Wirkung wie Handelsbeschränkungen im Rahmen eines Handelskrieges. Das erste Opfer eines jeden Handelskrieges sind die Verbraucher der Nation, die Zölle und nichttarifäre Handelshemmnisse auferlegen. Solange es keine andere praktikable Lösung gibt und es keine eindeutigen Beweise für ein ernsthaftes Sicherheitsrisiko gibt, sollten wir nicht zu Verboten greifen.

Die Debatte um 5G erinnert uns daran, wie verletzlich Verbraucher in einer technologisch und politisch komplexen Welt sind.

Daher ist eine intelligente Regulierung erforderlich, um die Verbraucher vor Datenschutzverletzungen zu schützen und zu verhindern, dass autokratische Regierungen sie ausspionieren.

Durch die Stärkung der Haftung von Unternehmen für technologische Schwachstellen und die Schaffung guter Standards können sowohl die Wahlmöglichkeiten der Verbraucher als auch der Datenschutz gewährleistet werden.

Stumpfe Instrumente wie totale Verbote nach Herkunftsland oder Regulierungsbehörden, die die technologischen Champions auswählen, sollten als Maßnahmen der letzten Instanz angesehen werden.

Lesen Sie hier mehr

Die Privatsphäre der Verbraucher muss Vorrang haben

Fast täglich hören wir von größeren Fällen von Identitätsdiebstahl, Finanzkriminalität und anderen Formen von Angriffen oder böswilligen Eingriffen im Internet. Verstöße werden alltäglich und laxe Standards machen Verbrauchern Sorgen darüber, wie ihre Informationen geschützt werden.

Die kolossalen Verstöße bei British Airways, Marriott und Starwood im Jahr 2018 gefährdeten die privaten Daten von Hunderten Millionen Kunden, und seitdem sind Dutzende weitere Fälle aufgetaucht.

Solche Vorfälle sind ein Beweis dafür, dass die Verbraucherdatensicherheit und auch die Privatsphäre der Verbraucher nicht ernst genommen werden. Die Einführung von Lösungen für das Internet der Dinge und die mit Spannung erwartete Einführung sehr schneller 5G-Netze werden die Privatsphäre der Verbraucher in den nächsten Jahren noch anfälliger machen.

Die Anordnung von Präsident Trump, Unternehmen daran zu hindern, Hardware und Software von Telekommunikationsunternehmen zu kaufen, die als nationales Sicherheitsrisiko gelten, ist zumindest ein guter Schritt zum Schutz der Privatsphäre, aber es ist traurig zu sehen, dass es so weit kommen musste.

Trump wird wahrscheinlich von Äußerungen des FCC-Vorsitzenden Ajit Pai beeinflusst, der davor gewarnt hat, Anbieter von Telekommunikationsausrüstung aus China zu verwenden, sowohl aufgrund der nationalen Sicherheit als auch aufgrund von Datenschutzbedenken.

In einem Fall im letzten Herbst wurde berichtet, dass chinesische Beamte enormen Druck auf bestimmte Privatfirmen ausüben, so genannte Hintertüren in ihre Software oder Geräte einzubauen, die entweder von Regierungsbeamten allein oder mit Hilfe eines Herstellers ausgenutzt werden können. Das wirft nur weitere Fragen hinsichtlich des Einflusses der chinesischen Gemeinschaftspartei auf die chinesischen Firmen auf, die ins Ausland verkaufen.

Vor diesem Hintergrund stellt sich für den normalen Verbraucher, der sein nächstes Smartphone, Laptop oder WLAN-Router kaufen möchte, die Frage, wie er sicher sein kann, dass seine Privatsphäre geschützt ist?

Als Reaktion auf solche Bedrohungen hat Australien den chinesischen Netzwerkausrüster Huawei aus seinem 5G-Netz verbannt. Die Vereinigten Staaten haben praktisch dasselbe getan. Aber pauschale Verbote sind keine Patentlösung zum Schutz der Privatsphäre und Datensicherheit. Ein Lösungsmix ist gefragt.

Was wir brauchen, ist eine kluge politische Reaktion, die Unternehmen dazu veranlasst, der Sicherheit von Verbraucherdaten genügend Gewicht beizumessen und gleichzeitig dieses Ziel ohne unangemessene Marktverzerrungen, umfassende Verbote bestimmter Unternehmen und die Einschränkung der Wahlmöglichkeiten der Verbraucher zu erreichen.

Ein gesunder Wettbewerb zwischen privaten Unternehmen ist der beste Mechanismus für die Entdeckung der richtigen Werkzeuge und Anwendungen für neue technische Ausrüstung. Neue Vorschriften technologieneutral zu halten und somit nicht per Gesetz zu entscheiden, welche technologische Lösung die beste ist, ist ein sehr guter Rahmen für den Datenschutz der Verbraucher.

Die Regeln sollten ergebnisorientiert und so allgemein wie möglich sein, aber dennoch ausreichende Orientierung bieten. Das bedeutet, dass nicht nur die größten Unternehmen, die sich die Einhaltung leisten können, auch eine Chance haben werden.

Gleichzeitig sollte eine Art Zertifizierungssystem oder sogar ein Open-Source-Standard eingeführt werden, um das Risiko von Hintertüren oder anderen Schwachstellen zu minimieren. Eine vollkommene Sicherheit kann jedoch nicht garantiert werden. Es sollte jedoch auf dem Tisch liegen, sicherzustellen, dass Unternehmen Verschlüsselung und sichere Authentifizierungsmethoden verwenden.

Im Idealfall gäbe es auch mehr Lieferkettenhaftung für Telekommunikationsbetreiber und Infrastrukturgroßhändler. Dies würde Unternehmen dazu veranlassen, die Privatsphäre und Sicherheit der Verbraucher bei Beschaffungsentscheidungen stärker zu berücksichtigen.

Vollständige Verbote aus Sicherheitsgründen haben die gleiche Wirkung wie Handelsbeschränkungen im Rahmen eines Handelskrieges. Das erste Opfer eines jeden Handelskrieges sind die Verbraucher der Nation, die Zölle und nichttarifäre Handelshemmnisse auferlegen. Solange es keine andere praktikable Lösung gibt und es keine eindeutigen Beweise für ein ernsthaftes Sicherheitsrisiko gibt, sollten wir nicht zu Verboten greifen.

Die Debatte um 5G erinnert uns daran, wie verletzlich Verbraucher in einer technologisch und politisch komplexen Welt sind.

Daher ist eine intelligente Regulierung erforderlich, um die Verbraucher vor Datenschutzverletzungen zu schützen und zu verhindern, dass autokratische Regierungen sie ausspionieren.

Durch die Stärkung der Haftung von Unternehmen für technologische Schwachstellen und die Schaffung guter Standards können sowohl die Wahlmöglichkeiten der Verbraucher als auch der Datenschutz gewährleistet werden.

Stumpfe Instrumente wie totale Verbote nach Herkunftsland oder Regulierungsbehörden, die die technologischen Champions auswählen, sollten als Maßnahmen der letzten Instanz angesehen werden.

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Wir müssen die Privatsphäre der Verbraucher zu einer Priorität machen

Fast täglich hören wir von größeren Fällen von Identitätsdiebstahl, Finanzkriminalität und anderen Formen von Angriffen oder böswilligen Eingriffen im Internet. Verstöße werden alltäglich und laxe Standards machen Verbrauchern Sorgen darüber, wie ihre Informationen geschützt werden.

Die kolossalen Verstöße bei British Airways, Marriott und Starwood im Jahr 2018 gefährdeten die privaten Daten von Hunderten Millionen Kunden, und seitdem sind Dutzende weitere Fälle aufgetaucht.

Solche Vorfälle sind ein Beweis dafür, dass die Verbraucherdatensicherheit und auch die Privatsphäre der Verbraucher nicht ernst genommen werden. Die Einführung von Lösungen für das Internet der Dinge und die mit Spannung erwartete Einführung sehr schneller 5G-Netze werden die Privatsphäre der Verbraucher in den nächsten Jahren noch anfälliger machen.

Die Anordnung von Präsident Trump, Unternehmen daran zu hindern, Hardware und Software von Telekommunikationsunternehmen zu kaufen, die als nationales Sicherheitsrisiko gelten, ist zumindest ein guter Schritt zum Schutz der Privatsphäre, aber es ist traurig zu sehen, dass es so weit kommen musste.

Trump wird wahrscheinlich von Äußerungen des FCC-Vorsitzenden Ajit Pai beeinflusst, der davor gewarnt hat, Anbieter von Telekommunikationsausrüstung aus China zu verwenden, sowohl aufgrund der nationalen Sicherheit als auch aufgrund von Datenschutzbedenken.

In einem Fall im letzten Herbst wurde berichtet, dass chinesische Beamte enormen Druck auf bestimmte Privatfirmen ausüben, so genannte Hintertüren in ihre Software oder Geräte einzubauen, die entweder von Regierungsbeamten allein oder mit Hilfe eines Herstellers ausgenutzt werden können. Das wirft nur weitere Fragen hinsichtlich des Einflusses der chinesischen Gemeinschaftspartei auf die chinesischen Firmen auf, die ins Ausland verkaufen.

Vor diesem Hintergrund stellt sich für den normalen Verbraucher, der sein nächstes Smartphone, Laptop oder WLAN-Router kaufen möchte, die Frage, wie er sicher sein kann, dass seine Privatsphäre geschützt ist?

Als Reaktion auf solche Bedrohungen hat Australien den chinesischen Netzwerkausrüster Huawei aus seinem 5G-Netz verbannt. Die Vereinigten Staaten haben praktisch dasselbe getan. Aber pauschale Verbote sind keine Patentlösung zum Schutz der Privatsphäre und Datensicherheit. Ein Lösungsmix ist gefragt.

Was wir brauchen, ist eine kluge politische Reaktion, die Unternehmen dazu veranlasst, der Sicherheit von Verbraucherdaten genügend Gewicht beizumessen und gleichzeitig dieses Ziel ohne unangemessene Marktverzerrungen, umfassende Verbote bestimmter Unternehmen und die Einschränkung der Wahlmöglichkeiten der Verbraucher zu erreichen.

Ein gesunder Wettbewerb zwischen privaten Unternehmen ist der beste Mechanismus für die Entdeckung der richtigen Werkzeuge und Anwendungen für neue technische Ausrüstung. Neue Vorschriften technologieneutral zu halten und somit nicht per Gesetz zu entscheiden, welche technologische Lösung die beste ist, ist ein sehr guter Rahmen für den Datenschutz der Verbraucher.

Die Regeln sollten ergebnisorientiert und so allgemein wie möglich sein, aber dennoch ausreichende Orientierung bieten. Das bedeutet, dass nicht nur die größten Unternehmen, die sich die Einhaltung leisten können, auch eine Chance haben werden.

Gleichzeitig sollte eine Art Zertifizierungssystem oder sogar ein Open-Source-Standard eingeführt werden, um das Risiko von Hintertüren oder anderen Schwachstellen zu minimieren. Eine vollkommene Sicherheit kann jedoch nicht garantiert werden. Es sollte jedoch auf dem Tisch liegen, sicherzustellen, dass Unternehmen Verschlüsselung und sichere Authentifizierungsmethoden verwenden.

Im Idealfall gäbe es auch mehr Lieferkettenhaftung für Telekommunikationsbetreiber und Infrastrukturgroßhändler. Dies würde Unternehmen dazu veranlassen, die Privatsphäre und Sicherheit der Verbraucher bei Beschaffungsentscheidungen stärker zu berücksichtigen.

Vollständige Verbote aus Sicherheitsgründen haben die gleiche Wirkung wie Handelsbeschränkungen im Rahmen eines Handelskrieges. Das erste Opfer eines jeden Handelskrieges sind die Verbraucher der Nation, die Zölle und nichttarifäre Handelshemmnisse auferlegen. Solange es keine andere praktikable Lösung gibt und es keine eindeutigen Beweise für ein ernsthaftes Sicherheitsrisiko gibt, sollten wir nicht zu Verboten greifen.

Die Debatte um 5G erinnert uns daran, wie verletzlich Verbraucher in einer technologisch und politisch komplexen Welt sind.

Daher ist eine intelligente Regulierung erforderlich, um die Verbraucher vor Datenschutzverletzungen zu schützen und zu verhindern, dass autokratische Regierungen sie ausspionieren.

Durch die Stärkung der Haftung von Unternehmen für technologische Schwachstellen und die Schaffung guter Standards können sowohl die Wahlmöglichkeiten der Verbraucher als auch der Datenschutz gewährleistet werden.

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