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L’attuale quadro normativo per tutelare i diritti di proprietà nell’Unione Europea ha garantito la produzione rapida di un vaccino per la Covid-19. La nuova strategia per i farmaci della Commissione UE rischia però di penalizzare un sistema funzionante e limitare l’innovazione.

Il rapido sviluppo di vaccini altamente efficaci contro la Covid-19 è un grande successo per l’umanità. Il Regno Unito è stato il primo paese al mondo ad approvare e somministrare una delle versioni del vaccino, e si spera che presto le agenzie farmaceutiche europee e statunitensi seguiranno l’esempio del Regno Unito.

PERCHÉ È IMPORTANTE

Grazie al solido quadro normativo che tutela la proprietà intellettuale (IP) dell’Unione Europea (UE), siamo stati in grado di avere il primo vaccino per la Covid-19 efficace sviluppato nell’UE (in Germania) da una società europea sostenuta da venture capitalist europei. Il lavoro di ricerca e sviluppo portato avanti da molte aziende farmaceutiche e biotecnologiche innovative ha dimostrato quanto sia importante per l’umanità rispondere rapidamente alle nuove sfide.

Aziende come BioNTech, Moderna e AstraZeneca hanno risposto rapidamente, sviluppando nuovi e innovativi vaccini che, molto probabilmente, renderanno il 2021 migliore rispetto quest’ultimo anno. La prossima pandemia potrebbe essere dietro l’angolo. Considerando quanti esseri umani hanno sofferto e perso la vita e l’immenso tributo economico che grava sugli europei, dobbiamo fare tutto il possibile per promuovere e non soffocare l’innovazione in Europa.

LA STRATEGIA FARMACEUTICA DELL’UE

La nostra resilienza può essere aumentata solo abbracciando l’innovazione (il permesso di usare l’editing genico per i vaccini è un buon esempio) e garantendo agli investitori, come i venture capitalist e le aziende, incentivi e remunerazioni per gli investimenti. I diritti di proprietà intellettuale sono un fattore essenziale. La nuova strategia farmaceutica della Commissione riconosce i diritti di proprietà intellettuale come una salvaguardia per l’innovazione, ma parla anche in modo aggressivo di centralizzare le decisioni sui prezzi e sui rimborsi lontano dagli Stati membri e verso un approccio europeo unificato. Questa potrebbe non essere una buona notizia per la nostra capacità di resistenza di fronte a future crisi sanitarie.

NON POSSIAMO TORNARE INDIETRO

La pandemia ha peggiorato le finanze pubbliche e individuali con il rischio di ridurre l’accessibilità dei pazienti a molti farmaci in tutte le aree europee. Per impedire che ciò accada e mantenere elevati incentivi all’innovazione dobbiamo concentrarci sulla creazione di maggiore prosperità e migliorare le prospettive di crescita economica. Fattori critici per migliorare anche i sistemi sanitari e l’accesso alle cure e alle terapie avanzate. Una forte retorica volta a erodere i diritti brevettuali è una pericolosa sciabola che potrebbe ridurre la nostra capacità di innovare in futuro e trovare cure per molte malattie conosciute che non possiamo ancora curare.

UN VACCINO CONTRO LA BUROCRAZIA

Dobbiamo riconoscere che ci sono disparità nei livelli di ricchezza tra gli Stati membri dell’UE, e non possiamo avere un approccio unico per tutti. L’uniformazione dei prezzi dei farmaci in tutta l’UE potrebbe ritardarne l’introduzione con conseguenze gravi sul piano dell’accessibilità e della disponibilità. Invece di dichiarazioni forti per negoziare la riduzione dei prezzi dei farmaci, la Commissione dovrebbe abbracciare l’innovazione e lavorare anche sulla reciprocità delle approvazioni dei farmaci in tutta l’area OCSE. Perché i cittadini dell’UE dovrebbero aspettare molto più tempo che l’EMA approvi i vaccini quando questi si sono già dimostrati sicuri e disponibili per i residenti nel Regno Unito?

La Commissione UE dovrebbe mantenere gli attuali eccellenti standard di proprietà intellettuale e non intervenire nelle regole nazionali per le decisioni sui prezzi e sui rimborsi. Inoltre, è fondamentale che i governi si astengano dal proclamare i vincitori nella selezione dei nuovi trattamenti così come dei vaccini, mantenendo il principio di neutralità tecnologica. Il governo tedesco, ad esempio, è stato rapido a investire in un produttore di vaccini. Tuttavia, nonostante una massiccia iniezione di denaro dei contribuenti, un’altra azienda tedesca ha vinto la corsa per essere la prima ad avere un vaccino efficace. L’Europa è la patria della metà delle prime dieci aziende farmaceutiche del mondo. Non dovremmo mettere a repentaglio questa posizione, ma puntare a crearne altre, favorire l’innovazione e la libera concorrenza nell’Unione Europea.

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