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L'International Agroecological Movement For Africa, (I am Africa) mira a rivoluzionare l'agricoltura africana su una base sostenibile e rispettosa dell'ambiente. Questo desiderio, avviato a margine del "One Planet Summit 2021", è disciplinato da una carta aperta alla firma di altre aziende disposte a investire in settori agroecologici orientati al futuro in Africa.

Questa è la versione agricola della terza edizione del “One Planet Summit”. A margine di questo vertice internazionale sui cambiamenti climatici, tenutosi l'11 gennaioth, 2021 in videoconferenza, più di 100 operatori africani ed europei di tutta la filiera agricola hanno lanciato il Movimento agroecologico internazionale per l'Africa (Iam Africa). L'iniziativa è regolata da una carta in cui i firmatari si impegnano a investire nell'agroecologia in Africa. “L'obiettivo dei firmatari è partecipare alla promozione di una strategia che combini lo sviluppo sociale, ambientale ed economico per la prosperità ma anche per la conservazione della biodiversità e più in generale della stabilità del continente” afferma Karim Ait Talb, co-fondatore dell'iniziativa e vicedirettore generale del gruppo Advens/Geocoton.

Le disposizioni della carta assegnano gran parte dell'attuazione del progetto alle aziende e alle organizzazioni locali. E la collaborazione tra queste ultime e le strutture europee dovrebbe incoraggiare i trasferimenti di tecnologia e l'appropriazione del know-how necessario per l'insediamento sostenibile dei settori della produzione agricola e zootecnica previsti da questa carta.

La regione del Sahel sarà una priorità

Iam Africa intende schierarsi in particolare nella regione del Sahel, considerata uno degli epicentri del riscaldamento globale nel mondo. I firmatari della carta sono infatti convinti che la creazione di una filiera agro-zootecnica che favorisca la diffusione di pratiche agroecologiche e la creazione di posti di lavoro dignitosi e sostenibili costituirà una risposta importante per l'adattamento delle popolazioni della regione e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, in particolare per quanto riguarda i flussi migratori e le sfide alla sicurezza. Anche l'intensificazione nel Sahel dei progetti realizzati nell'ambito di Iam Africa dovrebbe contribuire alla realizzazione dell'iniziativa Great Green Wall entro il 2030.

Tuttavia, sarebbe prudente per i membri di Iam Africa adattare la visione della loro Carta alle realtà locali. Alcuni esperti mettono in guardia contro la divulgazione dell'agroecologia nei paesi in via di sviluppo. La sua mancanza di meccanizzazione, di OGM e l'uso di fertilizzanti sintetici è un duro colpo per la produzione agricola. Un recente studio condotto da attivisti pro-agroecologia ha mostrato che l'applicazione di questi principi in Europa ridurrebbe la produttività agricola in media di 35%. Per Bill Wirtz, analista di politiche pubbliche per il Consumer Choice Center, se uno scenario del genere dovesse verificarsi in Africa, sarebbe un disastro per un continente in cui il 20 per cento della popolazione soffre la fame (2017), secondo un rapporto delle Nazioni Unite rapporto.

Originariamente pubblicato qui.

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