La crisi sanitaria del COVID-19 ha evidenziato, da un lato, le debolezze nel modo in cui abbiamo concepito i nostri sistemi istituzionali negli ultimi sessant'anni. D'altra parte, come i mercati intervenuti e diretti diventano particolarmente inefficienti in tempi di crisi.
Così, delle tante risposte che vediamo ogni giorno, sono quelle che emergono spontaneamente e liberamente che offrono risposte più rapide ed efficaci. L'ordine spontaneo è ancora una volta la migliore risposta alla struttura complessa e petrosa dello Stato.
La gestione della fornitura di materiale sanitario e medicinali è attualmente uno dei punti più deboli dei nostri sistemi sanitari, non per la sua scarsa efficacia, ma per la lentezza delle risposte. Questa lentezza è dovuta proprio all'eccesso di controllo da parte delle autorità pubbliche che, in molti Paesi, ha portato a una intollerabile lentezza nell'acquisto di tali prodotti basilari come mezzi di protezione per gli operatori sanitari.
Se la dotazione di mezzi di protezione è importante, è particolarmente rilevante, per l'urgenza, come gestire in modo rapido e sicuro la nuova ricerca e la successiva brevettazione di farmaci e/o vaccini per fermare la pandemia.
A mio avviso, occorre prestare attenzione a entrambi gli aspetti. L'urgenza della ricerca di un vaccino può portare all'emergere di fornitori del mercato nero a causa dei protocolli di convalida e dei vari test che qualsiasi farmaco deve superare sul mercato ordinario, test che possono essere ignorati sul mercato nero o applicati con meno cura. Il problema è che, se non si presta adeguata attenzione al secondo aspetto – gestire la ricerca e i brevetti in modo rapido e sicuro – non solo si potrebbero causare gravi danni alla salute delle persone, ma si potrebbero anche rubare brevetti per produrre il farmaco in mercati paralleli al di fuori dei controlli medici, con ovvie conseguenze.
Riteniamo che la sicurezza nella creazione di farmaci e vaccini debba essere particolarmente ricercata dalle istituzioni, senza distinzione tra pubbliche e private. Tale circostanza implica non solo la garanzia del rispetto degli opportuni controlli, ma anche la tutela della proprietà nella realizzazione della stessa poiché, diversamente, verrebbero scoraggiate le ricerche, in particolare in ambito privato. Procedere in questo modo comporterebbe senza dubbio difficoltà nel trovare soluzioni a questi problemi medici lasciando fuori dal circuito produttivo un agente importante che, come è stato dimostrato nella gestione di questa crisi sanitaria, fornisce un'assistenza importante e necessaria al settore pubblico.
Non è irragionevole ricordare che i tempi di crisi sono tempi di opportunità, anche in circostanze gravi come quelle attuali. È in essi che si trovano opportunità nelle debolezze del sistema per migliorarlo, con ingegno e creatività, e cercare nuove opportunità di crescita.
È necessario a questo punto fare appello all'innovazione dirompente. La migliore lezione che già ci lascia questa terribile crisi sanitaria è che solo attraverso la collaborazione spontanea e volontaria, la libera creazione e l'assenza di ostacoli burocratici nella ricerca di soluzioni si diventa efficienti.
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