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Il divieto totale del PFAS non è fattibile: l'UE ha bisogno di un approccio diverso

Bruxelles, Belgio – Ieri si è conclusa una consultazione delle parti interessate guidata da Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia sull'uso delle PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche). 

La prospettiva di un divieto del PFAS dell'UE è reale come sempre, con un certo numero di gruppi verdi che distorcono il discorso verso il completo evitamento. Negli Stati Uniti la situazione non è affatto diversa, dove il PFAS Action Act dovrà presto affrontare il voto finale al Senato.

In risposta, Maria Chaplia e David Clement del Consumer Choice Center hanno pubblicato articoli in La rivista del Parlamento e Mercati veri e propri sostenendo che "sebbene le sostanze chimiche artificiali abbiano i loro rischi, quel livello di rischio dipende in definitiva da ciascun caso d'uso e dall'esposizione".

Punti chiave sollevati negli articoli:

“I PFAS possono essere trovati, ma non limitati a, in articoli per la casa e altri prodotti di consumo, apparecchiature mediche, imballaggi per alimenti e schiuma antincendio. La loro popolarità può essere spiegato dalle loro qualità uniche, come la resistenza chimica e le proprietà di riduzione della tensione superficiale. L'efficacia dei PFAS li ha resi difficili e costosi da sostituire”, sostengono Maria Chaplia e David Clement.

“Alcuni divieti/restrizioni PFAS potrebbero essere necessari e giustificati, ma vietarne un intero categoria di prodotti in evoluzione non servirà il consumatore. Una risposta più appropriata sarebbe quella di valutare queste sostanze chimiche e sostanze in base al rischio che presentano e al modo in cui vengono utilizzate, piuttosto che raggrupparle tutte insieme e rischiare di attuare una cattiva politica che avrà una miriade di conseguenze”, hanno affermato Chaplia e Clement

“Ad esempio, alcuni di questi composti chimici sono vitali per camici e teli resistenti alla contaminazione, dispositivi medici impiantabili, innesti stent, cerotti cardiaci, filtri per contenitori sterili, sistemi di recupero degli aghi, tracheostomie, filo guida del catetere per laparoscopia e rivestimenti dei contenitori per inalatori. Vietare tutti questi composti chimici, senza valutare il rischio associato a ciascun utilizzo, mette a rischio le tecnologie mediche salvavita e la sicurezza dei pazienti” 

“Le pesanti normative PFAS metteranno a rischio anche il mercato degli smartphone dell'UE, utilizzato ogni giorno dalla stragrande maggioranza degli europei. Poiché i telefoni cellulari e la tecnologia 5G continuano a crescere e richiedono velocità più elevate a dimensioni più piccole, questi composti sono coinvolti in qualsiasi cosa, dalla produzione di semiconduttori al raffreddamento dei data center per il cloud computing. La rimozione forzata di queste sostanze chimiche dal processo di produzione, soprattutto perché presentano pochissimi rischi per l'uomo, interromperà drasticamente le catene di approvvigionamento e aumenterà i costi che danneggeranno maggiormente le persone a basso reddito". sostengono Chaplia e Clement

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